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Un contenitore di design e arte

Spesso nella rubrica dedicata alle icone del design abbiamo fatto riferimento al fatto che questi importanti pezzi facessero parte del MoMa, uno dei più famosi musei di arte moderna al mondo.

Abbiamo perciò pensato di raccontarvi qualcosa di più di questo splendido "contenitore" di arte e design.



LA NASCITA DEL MoMA

Oggi questo famoso museo può contare su una collezione di più di 150.000 pezzi ma al momento della sua fondazione, nel 1929, poteva vantarne solo nove. Per la precisione otto stampe e un disegno.


Nato dall’idea di Abby Aldrich Rockefeller, Mary Quinn Sullivan e Lillie P. Bliss conosciute anche come “The daring Ladies”.


Il museo cambiò più volte sede per via della mancanza di fondi, ben tre volte nei primi dieci anni. La prima sede fu molto modesta, si trovava al dodicesimo piano del Manhattan’s Heckscher Building, sino a quando dieci anni dopo John D. Rockefeller Jr., marito di Abby, donò il terreno dove venne costruita la sua sede attuale nella 53° strada, nel cuore di Manhattan.


Se volete sapere più di queste tre mecenati alle quali si deve la nascita del MoMA vi consigliamo questo link



La nuova sede venne inaugurata nel 1939, anno in cui venne tenuta la famosa retrospettiva dell’opera di Picasso.


Nel 1953 il figlio di Abby, David Rockefeller , attualmente all’interno del consiglio di amministrazione del MoMA, commissionò all’architetto Philip Johnson la riprogettazione del giardino del museo, che avrebbe preso il nome di Abby Aldrich Rockefeller Garden Sculpture, in onore della madre.


Dal 1964 si susseguirono 3 importanti ristrutturazioni della sede. La prima nel 1964, appunto, portò al completamento del giardino disegnato da Philip Johnson; nel 1984 César Pelli apportò alcune modifiche volte ad espandere lo spazio espositivo; nel 2004 fu invece completata la ristrutturazione di Yoshio Taniguchi, anche in questo caso lo scopo era quello di aumentare la superficie espositiva.


IL MoMA OGGI

Nel 2014 venne dato incarico allo studio d'architettura Diller Scofidio + Renfro in collaborazione con Gensler. Nel 2019, dopo 4 mesi di chiusura del museo, anche l'ultimo blocco di lavori terminò presentando il MoMA nella sua forma attuale.

Vennero abbattuti alcuni muri divisori sostituiti da pannelli trasparenti, venne espansa l'ala ovest e messe in funzione alcune modifiche ai percorsi e alla segnaletica museale così da consentire percorsi liberi.

Queste nuove modifiche hanno fatto crescere di circa un terzo gli spazi di museo e gallerie passando a 2500 opere esposte stabilmente. Inoltre per consentire la conoscenza dell'intera collezione, che ricordiamo è composta da circa 150.000 opere, gli allestimenti delle gallerie prevedono una rotazione delle opere che possono ospitare un 30% del totale alla volta.


Nel video, ad opera dello studio che ha curato il progetto, è possibile capire meglio quali interventi siano stati effettivamente realizzati.


Nello specifico con questo ultimo intervento sono nate 3 nuove aree espositive:

  • Marie-Josée e Henry Kravis Studio: al quarto piano ed è dedicato alle performance dal vivo e sperimentali.

  • Paula and James Crown Creativity Lab: al secondo piano, uno spazio che si focalizza sul dialogo e il confronto con gli artisti.

  • Una serie di gallerie, poste al primo piano, che collega il MoMA alla 53° strada, visitabili con accesso gratuito.


MICRO GUIDA ALLA VISITA DEL MoMA, DALL'ALTO VERSO IL BASSO

Il MoMA ospita una collezione vastissima tra disegni, dipinti, sculture, fotografie, illustrazioni, serigrafie, progetti di architettura, oggetti di design, opere multimediali, più di 22.000 film, più di 300.000 libri e periodici e circa 70.000 schede personali di artisti.

Visitarlo potrebbe risultare impegnativo!


Solitamente suggeriscono di iniziare la visita dal piano più alto, il quinto, che ospita le opere più famose della collezione permanente, appartenenti al periodo che va dal 1860 al 1940, e poi continuare in ordine cronologico. Proseguendo verso il basso, al quarto piano, è possibile ammirare opere degli anni ‘50, ‘60 e ‘70.

Il terzo piano ospita tre diverse collezioni: la collezione di fotografie del museo, come gli scatti di Robert Capa, i fumetti e i disegni di Warhol, Pollock e importanti oggetti e opere di design degli migliori artisti del Novecento.

Al secondo piano sono esposte le opere contemporanee dagli anni ‘70 ad oggi.

Al primo piano, dove si trova l’Abby Aldrich Rockefeller Garden Sculpture, che ospita anche concerti, performance, mostre temporanee ed eventi, si trovano grandi opere scultoree della scultura moderna.



Qui trovate tutte le informazioni per organizzare la visita

https://www.moma.org/visit/tips










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Aggiornamento: 3 lug 2023

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Le linee della UP5 richiamano il corpo femminile con le forme sinuose e abbondanti: due grandi seni caratterizzano la parte superiore dello schienale, mentre la parte inferiore richiama le cosce. Spesso proposta in abbinata con il modulo UP6, un poggiapiedi che fa parte della serie che prevede sei diverse tipologie di seduta.



Gaetano Pesce arriva a dar vita all'intera serie di sedute partendo da creazioni artistiche, come da sua abitudine. Anche in questo caso per l'artista italiano il design è solo uno dei tanti mezzi di comunicazione che un uomo può avere, e con esso trasmette emozioni, sensazioni e pensieri spesso legati all'uomo e alla società. Anche i riferimenti preistorici sono evidenti, quasi a richiamare l'uomo alle sue origini più naturali.

Successivamente alla presentazione ufficiale della serie altri spunti di riflessione e ragioni legano le forme estetiche al contesto sociale di quegl'anni: rappresentano scenari molto suggestivi che riprendono le forme armoniche e plastiche delle poltrone, profili puliti e tondeggianti, quasi innaturali e futuristici, con influenze di pop art e optical art, in cui prevale lo stile di transizione fra anni sessanta e settanta.

In un'intervista Gaetano Pesce dichiarava:

«Ricordo che con quella poltrona ho voluto parlare di una condizione umana: la prigionia della donna vittima dei pregiudizi degli uomini, perché vive in condizioni ancora inaccettabili in certi paesi. Era un modo per me di parlare politicamente: non attraverso manifesti o comunicazioni che sono un po' obsoleti, ma farlo con un oggetto industriale che aveva un potenziale nuovo di comunicazione.»


UNA POLTRONA RADICALE

Le forme della UP5 richiamano il corpo femminile con le forme sinuose e abbondanti: due grandi seni caratterizzano la parte superiore dello schienale, mentre la parte inferiore richiama le cosce.

Da un lato quindi una sorta di venere paleolitica ed il richiamo alla donna come simbolo di accoglienza e generatrice di vita, dall'altra però una presa di posizione, quasi una denuncia politica, rappresentata dall'unione del modulo UP6, un poggia piedi, che può essere accostato alla poltrona a ricordare una pesante palla, legata alla donna con una corda a rappresentare la fatica e il peso della vita.


LE CARATTERISTICHE TECNICHE

Le sedute sono realizzate in schiuma di poliuretano flessibile a iniezione e rivestite da un tessuto elastico. Il modello originale veniva confezionato sottovuotoe occupava nell'imballaggio il 90% in meno dell'ingombro.

L'imballaggio consisteva in una scatola piatta di cartone con un rivestimento interno in PVC che manteneva sottovuoto la seduta. Una volta scartata dall'imballaggio la seduta acquistava lentamente la sua forma definitiva grazie all'aria che penetrava all'interno delle celle del poliuretano e ne aumentava il volume. Per i modelli più grandi, come la UP5, il processo durava circa un'ora.

La nuova versione della Serie UP (UP 2000) prodotta in poliuretano flessibile a freddo non viene più venduta sottovuoto ma già nella sua forma definitiva.








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